Elezioni regionali, un’analisi del voto
Il giorno dopo le elezioni politiche in qualsiasi parte del mondo è il giorno delle vittorie di tutti tranne situazioni clamorosamente auto- evidenti come è quella, in questo caso, della Moretti candidata Pd in Veneto, disastrosamente asfaltata dal candidato leghista Zaia. Dicevamo della proclamata tendenza alla vittoria di tutti i protagonisti delle vicende ed allora, per fare un minimo di chiarezza oggettiva, ci vogliamo appoggiare all’analisi dei flussi dei voti della SWG per cercare di capire obiettivamente come sono andate queste elezioni e trarne considerazioni che abbiano un valore il più possibile “certo” per quanto il campo della “socio-politica” sia naturalmente complesso e spesso riserva sorprese. Il 21 maggio si è votato in sette regioni, in capoluoghi di provincia e regione, di cui uno rilevante, Venezia che è andato al ballottaggio. Ma chi ha vinto e chi ha perso? Per rispondere a questa domanda occorre intanto fare chiarezza metodologica vista la confusione che regna anche in prestigiosi salotti televisivi, come il Porta a Porta di Bruno Vespa. Per farsi un’idea di come sono andate le cose per i singoli partiti il raffronto dei voti può essere fato o con le ultime elezioni rilevanti, e cioè le disomogenee Europee del 2014 oppure con le omogenee Regionali del 2010. Si è scelto, in genere, le Europee 2014, privilegiando il dato della contiguità temporale rispetto alla omogeneità, anche perché in politica, cinque anni, sono epoche geologiche. Seconda e determinate considerazione: alle Regionali 2014 sono presenti (come ormai sempre avviene) liste civiche collegate al candidato Presidente.E’ chiaro che nel computo dei voti ai partiti vanno considerate con l’ovvia avvertenza che non si possono sommare “automaticamente” ma va fatta una semplice considerazione: in future competizioni elettorali in cui tali liste civiche non siano presenti i loro voti non andranno automaticamente sommati ai partiti ma, caso per caso, vanno considerati i pesi elettorali dei singoli candidati governatori;infatti, il fenomeno delle liste civiche nasce a causa dell’antipolitica e nel tentativo di avvicinarsi “localmente” agli elettori ormai distanti dai partiti “ufficiali”. Vediamo dunque i flussi regione per regione. DATI E ANALISI SWG (1.6.15) RIELABORATI 1) LIGURIA











- a) PD2015=25.6 + civica Paita 3.2 =28.8%
- b) M5S 2015=22.3%
- c) LN2015=20.3%
- a) Pd2015= 19.5% + civica De Luca 4.9% = 24.4%
- b) FI2015= 17.8% + civica Caldoro 7.2%= 25%
- c) M5S2015= 17.3%
- a) Pd2015= 16.7% + civica Moretti 3.8%= 20.5%
- b) LN 2015=17.8%
- c) Zaia2015= 23.1%
- d) Tosi 2015=11.8%
- a) PD2015=46.4% + civica Rossi 1.7%=48%
- b) LN2015=16.2%
- a) PD2015=35.2 + civica Ceriscioli 5%=40.1%
- b) LN2015= 13%
- a) PD2015=35.8% + civica Marini 1.5%=37.3%
- b) LN2015 14%
- a) PD2015= 18.8 + civica Emiliano 9.3%= 28.1%
- b) FI2015= 10.8%












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